Alessandra Longo, giornalista di Repubblica, è la responsabile della sezione Politica all’interno del comitato scientifico di Passaggi

 

Da membro del comitato scientifico organizzatore del Festival, come può commentare i criteri di scelta dei libri per la quarta edizione del festival?

Abbiamo scelto coralmente al di là delle singole competenze. Siamo un bel gruppo, direi, dopo quattro anni, un’orchestra affiatata. Il filo rosso è il pubblico. I libri che proponiamo devono soddisfare curiosità, appetiti culturali, tendenze in atto. Non basta il personaggio, deve anche avere qualcosa da dire. Di teatrini fini a se stessi il pubblico italiano ne ha abbastanza.

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Il tema di quest’anno è la ‘felicità possibile’. Seppur l’Italia stia affrontando una situazione socio-politica difficile, come declinerebbe questo spunto di riflessione nello scenario attuale?

È un tema ardito ma è l’aspirazione più alta di una comunità. Felicità è una parola coraggiosa pronunciata di questi tempi. Personalmente credo che felicità significhi restituire dignità e lavoro a chi l’ha perso. Felicità, dovrebbe essere, per tutti, veder ridotte le disuguaglianze, la vera piaga di oggi.[vc_separator type=”transparent” position=”center” color=”” border_style=”dashed” width=”” thickness=”” up=”” down=””]

Seppur apparentemente piccola, Fano porta con sé un importante patrimonio culturale. In vista anche delle preziose partnership concluse, quale sarà il valore aggiunto che il festival donerà alla città?

Fano è già viva e aperta ma un festival che porta idee, volti nuovi, fa viaggiare la mente, mette in moto il meglio di una comunità. Su un terreno fertile l’erba cresce rigogliosa.

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Il giornalismo ha sempre avuto un ruolo importante nella storia italiana. Lei ormai è un personaggio affermato in questo settore, lo dimostra il lavoro che sta svolgendo per Repubblica. Quale senso attribuisce a questo suo importante impegno lavorativo?

Dopo tanti anni mi emoziono ancora, non quando parlo con le istituzioni e frequento il Palazzo ma quando mi capita di poter raccontare microstorie di persone che non hanno i riflettori puntati. La cosa che mi ha fatto più felice ultimamente è l’ aver aiutato un’imprenditrice veneta a tal punto in difficoltà che aveva pensato di suicidarsi. Ho scritto di lei e un imprenditore del Piemonte ha letto il mio articolo e ha persino pagato lo stipendio ai suoi operai. Serenella ha raccontato tutto in un libro ed è venuta ospite a Fano la scorsa edizione, commuovendo la platea. Ecco: quando il mio lavoro è così è davvero un lavoro bellissimo.


Intervista di Domenico Alfano 

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