A Passaggi Festival, giovedì 18 giugno alle 21.30, al Chiostro delle Benedettine, verrà presentato il libro Srebrenica. La giustizia negata, di Riccardo Noury e Luca Leone, un testo crudo e scrupoloso, teso alla ricostruzione del terribile massacro di bosniaci musulmani compiuto dalle milizie serbe l’11 luglio 1995: un’occasione per rileggere senza retorica una pagina terribile e misconosciuta della Storia recente.  Saranno presenti Riccardo Noury, portavoce della sezione italiana di Amnesty International, e il giornalista Ennio Remondino, all’epoca inviato di guerra Rai nell’ex Jugoslavia.


srevrenicaC’è questo libro piccolo e importante, Srebrenica. La giustizia negata, edito proprio quest’anno da Infinito Edizioni, che riannoda i fili sospesi della memoria di un episodio vicino nel tempo, ma appannato nella coscienza collettiva: il genocidio compiuto a Srebrenica, nella Bosnia orientale, l’11 luglio del 1995, quando oltre diecimila bosgnacchi maschi d’età compresa tra i 12 e i 76 anni vennero catturati, torturati, massacrati, ridotti in brandelli e inumati in fosse comuni e alcune centinaia di donne braccate e stuprate dalle milizie serbe ai comandi di Ratko Mladić.

Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International, e Luca Leone, giornalista, tornano, nell’anno del ventesimo anniversario, a quello che fu il più grande massacro dai tempi della Seconda Guerra Mondiale per rivendicare un’attenzione spesso negata, la giustizia abdicata dalla pavidità europea e dell’impotenza dell’ONU, quella che Moni Ovadia, autore della dolente prefazione, definisce «la bancarotta morale dell’intero Occidente». I due autori, come «militanti della Memoria», scrivono per ricostruire e restituire alla luce, con coraggio e lucido furore, non solo i fatti di quel terribile giorno, ma anche le sue code amare, l’orrore snocciolato nel tempo lungo e fitto di mistificazione che gli sarebbe seguito, quei vent’anni di sabbiature, retoriche e negazionismi che ancora oggi si trascinano in un presente irrisolto.

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