Corrado Stajano

La lettura dovrebbe essere il motore del mondo. Il libro è un oggetto che non si consuma, è la vita, la Storia.
Io avrei lasciato aperte le librerie, in questi giorni di clausura, un’amara occasione per leggere in un paese che legge poco. È questa, mi sembra,
una ragione del decadimento collettivo, la spiegazione del perché la nostra classe dirigente non sta vivendo uno dei suoi momenti migliori.

Per la mia generazione il libro è stato la vita. Avevamo pochi divertimenti, pochi soldi noi ragazzetti della guerra. Ho letto “Guerra e pace”,
il grande amore, a 14 anni, poi nei decenni l’ho riletto quattro volte, almeno. Ho avuto sempre un libro in mano. Senza mi son sempre sentito un orfano.

A guardar la mia libreria intravedo le diverse stagioni della vita. I libri comprati a fatica, i libri molto letti, qualcuno con i sedicesimi staccati, i libri amati
e i libri dell’obbligo, degli studi, del lavoro. Distinguo anche le predilezioni, gli interessi mutevoli, la poesia, la narrativa, la storia, la politica, il diritto, la società.

Vi propongo un gioco. Vi scrivo i nomi dei personaggi dei libri più amati, voi annotate i titoli di quei libri. Meursault, Josef K, Alioscia, l’Adalgisa, Stephen Dedalus, il principe Andrej, Albertine, Abelone e Zeno, Fabrizio del Dongo, Meaulnes e padre Cristoforo, Olga, Irina e Mascia, Achab e l’ignoto marinaio.

Con tanti auguri affettuosi, Corrado Stajano

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