5x1000

Come funziona il 5×1000? Ne sentiamo parlare spesso, specialmente nel periodo di Dichiarazione dei Redditi, ma tra scadenze, moduli e cose da sapere, si vanno perse tante informazioni che possono aiutarci a fare la scelta giusta. Quando parliamo di 5×1000 sappiamo davvero di cosa si tratta? In questo articolo, vi daremo qualche informazione in più per fare un po’ di chiarezza sull’argomento.

Come funziona il 5×1000 e di cosa si tratta

Il 5×1000 è una misura fiscale che permette al contribuente di destinare una quota percentuale dell’IRPEF (Imposta sul Reddito delle Persone Fisiche) a enti o associazioni che si occupano di attività di interesse sociale, ma anche ad enti di ricerca scientifica e/o sanitaria, a squadre e scuole sportive.
Con il 5×1000 si può contribuire in maniera attiva alle operazioni quotidiane e alla burocrazia che sta alle spalle dell’operato delle associazioni di volontariato, di promozione sociale e culturale e di tutte le organizzazioni similari ad esse.
La quota dell’IRPEF da destinare è pari al 5×1000 dell’imposta, da cui chiaramente deriva il nome.

L’imposta sul reddito delle società (IRES) non prevede questa misura. Certo è che ogni imprenditore può comunque contribuire tramite l’IRPEF personale. La scelta di destinare il nostro 5×1000 ad un’associazione o ente cui siamo affezionati è una dimostrazione di quanto teniamo all’attività svolta.

Differenza 5×1000 e 8×1000

In fase di dichiarazione dei redditi, al cittadino è richiesto di esprimere una preferenza anche per l’8xmille. Attenzione a non confondersi, parliamo di due misure fiscali differenti. Vediamo brevemente di cosa si tratta.

L’8×1000 serve ad appoggiare una confessione religiosa, anch’essa decisa dal cittadino. Il contribuente può scegliere tra Stato, Chiesa Cattolica, Comunità Ebraiche Italiane, Unione Buddhista, Unione Induista e Assemblee di Dio in Italia. Accanto a queste ci sono anche le altre congregazioni della chiesa cristiana: Chiesa Avventista del settimo giorno, Chiese Metodiste e Valdesi, Chiesa Luterana in Italia, Chiesa Apostolica, Diocesi Ortodossa Italiana e Unione Cristiana Evangelica Battista. Sulla base della scelta operata, si effettuano poi tutti gli opportuni calcoli al fine di attribuire a ciascun soggetto la relativa quota di gettito. Tale suddivisione si opera sulla base delle percentuali ottenute da ciascuno.
È molto importante non confondere 5×1000 e 8×1000. Le due misure sono differenti e non sono, in alcun modo, alternative l’una all’altra. È possibile scegliere un destinatario per l’una e un altro destinatario per l’altra.

L’IRPEF è materia complessa; la misura del 5×1000, però, ci consente di contribuire in prima persona allo sviluppo ed al miglioramento di un’associazione cui teniamo. Qualora non conoscessimo alcun ente, possiamo comunque fare in modo che la nostra quota sia investita in un settore che abbiamo a cuore, prendendo così parte attiva all’avanzamento e, perché no, al progresso del nostro Paese.

L’importanza del 5×1000

È giusto considerare la misura del 5×1000 una donazione a tutti gli effetti? No, tale sottoscrizione non beneficia di alcuna agevolazione fiscale, nel senso che non si può detrarre dalle tasse com’è concesso fare con le donazioni vere e proprie. Così come non comporta alcun onere aggiuntivo. Insomma, non costa nulla per il contribuente, ma ha un valore significativo per l’ente o l’associazione che lo riceve, questo perché la quota rappresenta un contributo importante per molte istituzioni che si attivano in termini di rilevanza sociale e di ricerca scientifica e sanitaria.

Istituito ufficialmente in Italia nel 2006, il 5×1000 è stato introdotto in maniera completamente sperimentale. In pochissimo tempo, però, è diventata una forma di sostentamento indispensabile per tutti gli enti no profit. Parliamo, infatti, di associazioni che spesso faticano a disporre di fondi da destinare al quotidiano bisogno delle loro attività.

Grazie a questa misura fiscale, il cittadino prende parte allo sviluppo armonico e responsabile del terzo settore. È grazie al 5×1000 che moltissimi enti riescono ad andare avanti. E il tutto accade nella più totale sicurezza e trasparenza, poiché ogni associazione che riceve il 5×1000 è tenuta a dimostrare in quale maniera abbia impiegato le risorse ottenute.

Cenni storici

La Legge Finanziaria del 2006 decise di introdurre, in maniera sperimentale, una forma di sostentamento alle organizzazioni non lucrative, le attività di ricerca scientifica o sanitaria e tutte le attività socialmente o culturalmente utili svolte nei Comuni. Tutto questo mondo faticava e non poco a trovare i fondi per il proprio mantenimento. A volte lo fa ancora oggi, figuriamoci la situazione prima del 2006; anche chi non ne sia direttamente coinvolto, non faticherà a visualizzare in mente quante e quali difficoltà vi erano ad avere la quantità di danaro necessaria a tenere in piedi un’associazione.

Sin da subito, il contribuente ha aderito in maniera massiccia al 5×1000. Nella sola prima possibilità, nel 2006, di contribuire tramite questa misura fiscale, furono 16 milioni gli italiani a devolvere la propria quota, esprimendo una preferenza sulla propria dichiarazione dei redditi. Il settore non profit fu il preferito.

Evoluzione del contributo e miglioramenti introdotti

A partire dall’anno fiscale 2009, fu data la possibilità di finanziare le associazioni sportive dilettantistiche, mentre nell’anno successivo si decise di innalzare il tetto massimo fino a 400 milioni di euro (prima ammontava a 250 milioni).

Nel 2011 sono state inserite anche le attività di tutela e rivalutazione di beni culturali e paesaggistici tra le finalità del 5×1000. Tramite la legge n.190 del 23/12/2014, il contributo è stato stabilizzato. Parliamo di una misura fiscale divenuta fonte sicura e costante di finanziamento.
A partire dall’anno 2015, il tetto massimo è stato stabilito a 500 milioni di euro.

Dal 2008, ogni associazione autorizzata a ricevere il 5×1000 ha l’obbligo di stilare un rendiconto. Tale documento può essere prodotto nell’arco dei 12 mesi successivi all’incasso e deve illustrare dettagliatamente in quale modo sia stata utilizzata la totalità delle somme ricevute. Consultando i siti delle associazioni e del Ministero competente, che può essere quello dei Beni Culturali, quello della Sanità, o quello cui faccia capo la finalità dell’associazione prescelta, il cittadino potrà controllare e verificare a quale attività sia stato destinato il proprio 5xmille.

Tutto sul 5×1000. Una forma di sussidiarietà orizzontale

Il principio della cosiddetta sussidiarietà orizzontale, come stabilito dal Governo e dall’Agenzia delle Entrate nella definizione di 5×1000, implica la collaborazione attiva del privato cittadino con gli enti, le istituzioni e le associazioni al fine di attuare interventi socialmente rilevanti. Tali interventi consentono il miglioramento e l’avanzamento sociale del Paese, il quale, in ultima misura, gode e beneficia del proliferare e benessere del suo terzo settore.

Il 5×1000 è un modo democratico di dare una mano, sostenendo attività socialmente utili, le quali arricchiscono tutti, indiscriminatamente, senza alcun aggravio per il contribuente.

Per lo Stato, invece, il 5×1000 rappresenta una voce di spesa, dal momento che parliamo di una porzione del gettito fiscale vincolata a doppia chiave alle finalità scelte di proprio pugno dal cittadino. Naturalmente, lo Stato accetta la decisione del contribuente in quanto istituzione promotrice del 5×1000. La misura fiscale concede al cittadino un potere inusuale, se così vogliamo definirlo, poiché, come ben sappiamo, solitamente è il Parlamento a decidere l’attribuzione del gettito fiscale; nessun altro decide il beneficiario di una quota dell’imposta sul reddito.

Beneficiari 5×1000

Chi sono i destinatari del 5xmille? I soggetti beneficiari della quota sono tutti gli enti non profit le cui attività rientrano nelle finalità definite dalla legge e risultano accreditati e inseriti all’interno degli appositi elenchi pubblicati a cadenza annuale dall’Agenzia delle Entrate.

Ogni cittadino italiano, che sia dipendente o libero professionista, ha la possibilità di scegliere in totale libertà di destinare il proprio 5xmille ai soggetti che operano nei seguenti settori:

  • Volontariato;
  • Ricerca scientifica e universitaria;
  • Ricerca sanitaria;
  • Politiche sociale perseguite dai Comuni;
  • Attività di tutela, promozione e valorizzazione dei beni culturali e paesaggistici;
  • Sostegno alla gestione delle aree protette;
  • Attività sportive a carattere dilettantistico.

Il sito dell’Agenzia delle Entrate presenta un’intera sezione dedicata all’argomento, in cui sono presenti tutte le informazioni necessarie e l’elenco delle Associazioni sportive dilettantistiche e delle Onlus soggette a ricevere il contributo. Lo si può consultare qui.
L’elenco permanente degli Enti accreditati, invece, è consultabile sul sito web del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali. In questo caso, troveremo le Organizzazioni di volontariato e le Associazioni di promozione sociale coinvolte nel processo di trasmigrazione al Registro Unico Nazionale del Terzo Settore (Runts) e in possibilità di accreditarsi al 5xmille. Qui il link.
Allo stesso modo, l’elenco permanente degli Enti di ricerca sanitaria è messo a disposizione dal Ministero della Salute, sul sito web all’interno della sezione apposita.

Come funziona il 5×1000

Il cittadino ha due modi di aderire al 5×1000. Può scegliere il solo settore di interesse, e in questo caso le possibilità sono molteplici: volontariato; ricerca scientifica, universitaria oppure sanitaria; politiche sociali perseguite dai Comuni; attività sportive di carattere dilettantistico; sostegno alla gestione delle aree protette o ancora attività finalizzate alla tutela, promozione e valorizzazione dei beni culturali e paesaggistici.
In definitiva, viene contemplato pressoché chiunque operi in settori di riconosciuto interesse pubblico per finalità di utilità sociale.

Altrimenti, qualora il contribuente preferisca, può inserire il codice fiscale dell’ente prescelto per esteso. In questo modo cederà direttamente il proprio 5×1000 all’associazione che predilige.

Modello unico 730 o CU 5xmille

Indipendentemente dal modello utilizzato per la propria dichiarazione dei redditi, sia esso 730, Modello Redditi PF o CU, ogni contribuente potrà esprimere la propria scelta.
Nel primo caso, basterà barrare una delle 6 caselle presenti sul modulo. Ad ogni casella corrisponde un diverso settore di interesse. Nel caso in cui, invece, si voglia contribuire ad uno specifico ente bisognerà scriverne il codice fiscale nell’apposito spazio dedicato.

Sul modello della dichiarazione troviamo una sezione apposita dedicata al 5×1000 e alla sua destinazione. È molto facile contribuire. Qualora comunque vi fossero difficoltà, basterà segnalare al proprio centro di assistenza fiscale l’intenzione di destinare il 5×1000 e l’addetto saprà come muoversi.
In caso di mancata indicazione della destinazione del 5×1000, questo resterà allo Stato. Esattamente come nel caso della cessione del proprio 8×1000, non c’è alcun obbligo a indicare una preferenza e a devolvere questa parte del reddito. Dato però l’ampio ventaglio di enti e associazioni, tra le quali si può scegliere, è caldamente consigliato esprimere una preferenza e destinare a chiunque si preferisca il proprio 5×1000.

Come posso destinare il mio 5×1000 a Passaggi Festival

È possibile destinare il proprio 5×1000 anche all’associazione di promozione sociale Passaggi Cultura. Farlo è molto semplice. Nel Modello 730 o Redditi (“Sostegno degli enti del terzo settore iscritti nel Runts”) firma e indica il codice fiscale di Passaggi Cultura: 97809820588.

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