Alessandro Paolucci Passaggi Festival 2022

A Passaggi Festival ieri, mercoledì 22 giugno, Alessandro Paolucci, ideatore dell’account @Dio, seguitissimo sui social network, ha presentato il suo libro “Storia stupefacente della filosofia. Oppio, Lsd e anfetamine da Platone a Friedrich Nietzsche” (Il Saggiatore). L’incontro si è svolto nell’ambito della rassegna I sandali del filosofo e ha conversato con l’autore il docente di filosofia Michele Binotti.

I filosofi, uomini come noi

“Ogni studente al mondo, al primo approccio con i testi e con i concetti dei grandi pensatori, si pone puntualmente la domanda fondamentale: ma questi cosa si fumavano?”

“Storia stupefacente della filosofia” prova a dare una risposta a questo quesito, dimostrando ai lettori che anche i filosofi, che spesso vengono descritti come esseri eccezionali, alla stregua di santi, sono stati in realtà uomini, che, come tutti, hanno vissuto “momenti up e down, momenti di follia”.
A scuola e all’università solitamente la vita dei pensatori viene omessa e sacrificata. Invece, collegare le opere agli eventi che hanno coinvolto l’autore nel periodo della composizione può essere di grande aiuto nello studio. Questo è l’obiettivo di Alessandro Paolucci: riunire il pensiero dei filosofi alla loro vita, mostrare il legame della filosofia con la realtà, con i problemi concreti.

Le lettere per comprendere la vita

La principale fonte a cui ha attinto l’autore per la scrittura di “Storia stupefacente della filosofia” è quella delle lettere. Si tratta di un genere considerato eccessivamente personale per documentarsi. Invece, è proprio per questa caratteristica che Paolucci lo ha scelto: la corrispondenza dei filosofi rappresenta un patrimonio essenziale per comprendere la realtà che li circondava, per ricostruire la loro connessione con l’ambiente sociale in cui hanno vissuto. Solo qui è possibile trovare testimonianze dell’assunzione di sostanze stupefacenti, non di certo in “Umano troppo umano” o ne “L’interpretazione dei sogni”. Inoltre, il numero di lettere da loro redatto è altissimo; ad esempio, sarebbe impossibile per un essere umano consultare l’intera corrispondenza di Freud.

Freud: un ammiratore della cocaina

Ma quali erano le droghe preferite dai filosofi?
Freud tra il 1884 e il 1896 è stato un grande consumatore di cocaina. Il fondatore della psicoanalisi ha scritto numerosi articoli scientifici sui possibili usi di questa sostanza, che considerava la panacea di tutti i mali: permetteva di affrontare depressione e dolori, era una buona cura per l’impotenza e aiutava persino la digestione. Secondo il filosofo, l’assunzione di cocaina avrebbe permesso l’elevazione dell’essere umano a un livello superiore, per questo si è occupato della promozione di tale droga, anche nella speranza di essere pagato dalle case farmaceutiche per la buona pubblicità.

Oppioidi e sonniferi per Nietzsche

Ricostruire la vita personale di Nietzsche è stato più difficile. Il grande filosofo della seconda metà dell’800 era profondamente convinto che sarebbe diventato famoso. Per questo nelle sue lettere non è mai stato totalmente aperto e sincero, aspettandosi che un giorno queste sarebbero state lette non solo dal destinatario. Però, scrivendo a un amico al quale delegava l’amministrazione delle sue finanze, spesso elencava i farmaci di cui aveva bisogno per calmare le forti emicranie di cui soffriva: assumeva durante il giorno sempre maggiori dosi di oppioidi per calmare i dolori e di notte potenti sonniferi per dormire. Da queste lettere emergono la debolezza e la vulnerabilità di Nietzsche, nascoste nei suoi capolavori filosofici.

Ernst Jünger e la sua amicizia con l’LSD

Il filosofo tedesco Ernst Jünger, dopo essere stato un eroe della Prima guerra mondiale, in cui è stato ferito quattordici volte, è diventato un estremista di destra (Paolucci nel suo libro lo soprannomina “Capitan Germania”). Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, è sempre stato un oppositore del regime nazista, come testimoniato anche da Hannah Arendt. Per lui Hitler era troppo “pop”, coinvolgere il popolo come faceva il Führer era sbagliato. Dopo la Seconda guerra mondiale e la morte del figlio, Ernst Jünger, all’età di 50 anni ha abbandonato il militarismo per dedicarsi agli allucinogeni. È diventato un grande amico di Albert Hofmann, chimico svizzero padre dell’LSD. Entrambi hanno vissuto oltre cento anni, nonostante il massiccio utilizzo di sostanze psichedeliche. Nella loro corrispondenza i due amici si scambiavano consigli e pareri sui diversi allucinogeni provati.

Platone e i misteri eleusini

Il compito del filosofo, tra i tanti, è anche quello di saper copiare. Ciò rafforza la tesi per cui la filosofia ha le sue radici nella realtà, copiare significa sapere comprendere ciò che già c’è. Platone nell’elaborazione del suo pensiero ha fatto una somma di ciò che gli è stato insegnato: si è ispirato a Pitagora, Eraclito e probabilmente ai culti misterici diffusi nell’antica Grecia, anche se non abbiamo una prova definitiva del fatto che li frequentasse. Si tratta di riti segreti accessibili solo agli affiliati, durante i quali si era preda di visioni e forti emozioni, senza dubbio derivanti dal consumo di sostanze in grado di alterare lo stato di coscienza dei partecipanti. Uno dei culti misterici più famosi era quello di Eleusi, dedicato alla dea Demetra e alla figlia Persefone. Durante il rito, i partecipanti bevevano il ciceone, la pozione che nell’Odissea Circe offre ai compagni di Ulisse per trasformali in maiali. Si tratta di una bevanda rituale preparata con farina, acqua e menta. Non è chiaro a quale elemento fosse riconducibile la proprietà allucinogena. Alcuni sostengono che nella preparazione fosse utilizzato grano contaminato dall’ergot, il fungo parassita da cui Hoffman ha estratto l’LSD.

Insomma, Paolucci ci insegna, senza mai svalutare le opere dei grandi pensatori di cui si è occupato, che la storia della filosofia è stata fatta probabilmente “non solo grazie a grandi menti, ma anche grazie a grandi trip”.

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