Samuele MascarinFano, una città che legge? Ne parliamo con l’assessore ai Servizi educativi e alle Biblioteche Samuele Mascarin.

Assessore Mascarin, Fano ha ottenuto dal Cepell 50 mila euro per il progetto di promozione alla lettura “Fano città che legge”. Ma Fano è una città che legge?
Fano dal 2017 rientra in “Città che legge”, un progetto del Centro per il libro e la lettura del MIBACT
che, d’intesa con l’ANCI, vuole valorizzare le città che investono nella promozione della lettura per
lo sviluppo intellettuale, sociale ed economico delle comunità: un vero e proprio Patto della Lettura
che a Fano è sottoscritto dall’Amministrazione comunale e da ventisei soggetti diversi tra scuole,
librerie, festival – in primis Passaggi Festival – fondazioni, associazioni e gruppi informali che si
occupano di promozione della lettura. Il riconoscimento del Ministero – che premia 25 progetti a
livello nazionale, Fano quarta nella categoria – rappresenta un risultato straordinario che riconosce
il merito di quelle amministrazioni locali che, come la nostra, hanno scelto anche in tempi di crisi di
investire sulla lettura e sulla cultura diffusa. Un successo che può rendere, insieme al Sistema
Bibliotecario fanese, orgogliosa tutta la nostra comunità. Ma la strada da fare è ancora tanta
perchè i lettori forti nella nostra città, ad esempio, sono ancora solo alcune migliaia.

Si definisce un lettore forte chi legge più di 12 libri all’anno e debole chi ne legge meno di tre: lei in quale categoria si colloca?
Leggo circa 30/40 libri all’anno quindi direi che sono un lettore abbastanza forte.

Otto libri tra i regali di Natale dell’assessore

Regalerà almeno un libro per Natale?
Ho già impacchettato otto libri, ma non chiedetemi i titoli: sono una sorpresa!

Lettori si nasce o si diventa?
Si nasce e si diventa. Si nasce perché la curiosità di leggere e di conoscere è un’attitudine innata di
ognuno di noi. Si diventa perché è un’attitudine che va coltivata e per farlo ha necessità di avere
spazi, strumenti, stimoli e opportunità.

Quanto è importante per un bambino frequentare una biblioteca?
Moltissimo. E’ il motivo per il quale nell’ambito del progetto Nati Per Leggere cerchiamo di
coinvolgere, insieme alle famiglie, le bambine e i bambini già dall’infanzia nelle attività e nei
progetti di lettura. E il motivo per il quale ad ogni nuovo nato regaliamo un libro e l’iscrizione ai
nostri servizi bibliotecari.

Mascarin su Passaggi: Un’occasione per avvicinarsi alla lettura con facilità

Festival come Passaggi servono a far crescere la comunità dei lettori?
Direi che un festival come Passaggi è fondamentale in questo senso perché rifugge la facile
tentazione – alla quale invece spesso le manifestazioni culturali cedono – di circoscrivere la propria
proposta a un ristretto e selezionato pubblico. Passaggi Festival invece ha l’intelligenza di proiettare
sempre la sua proposta in un campo pubblico, aperto alle contaminazioni, alle contraddizioni e al
meticciato culturale, garantendo quella orizzontalità che consente di avvicinarsi alla lettura con
semplicità ed estrema facilità.

Un libro del Festival che l’ha colpita?
“Generare Dio” di Massimo Cacciari, Il Mulino

C’è un’età per leggere e c’è una lettura per ogni età?
Nasciamo lettori e le letture che ci fanno crescere, riflettere, commuovere, divertire non hanno
altra età se non quella di quando prendiamo in mano il libro che ci porterà una volta ancora fuori
dal porto.

Cosa sta leggendo in questo momento?
Sto leggendo in parallelo due libri, abbastanza differenti tra loro: “Diario Russo” di John Steinbeck
(Bompiani) e “Musica rock da Vittula” di Mikael Niemi (Iperborea). Il primo è un reportage
attraverso l’Urss realizzato nel 1947 dallo scrittore statunitense insieme al fotografo Robert Capa. Il
secondo un romanzo molto piacevole e ironico, ambientato nella provincia svedese degli anni ’60:
per certi aspetti richiama, in versione scandinava, “La banda dei brocchi” di Jonathan Coe. Li
consiglio entrambi.

Festival e Memo, un vero e proprio sodalizio

Festival e Memo, qualcosa di più di una semplice collaborazione?
Assolutamente sì. In questi ultimi anni Passaggi Festival ha avuto un’attenzione particolare al
mondo dell’infanzia e dell’adolescenza, che ha declinato proprio attraverso le infinite opportunità
di quella “seconda piazza sociale” che è per l’appunto la Mediateca Montanari, spazio e soggetto al
tempo stesso capace di far incontrare la lettura, l’infanzia e il grande pubblico. In questo senso
l’empatia che caratterizza il rapporto tra Memo e Passaggi Festival va ben oltre il concetto di felice
collaborazione e consolida un sodalizio che anche in futuro mi auguro sappia sempre rinnovarsi.

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