biblioteche scolastiche

“Ioleggoperchè”, la più grande iniziativa nazionale di promozione della lettura organizzata dall’Associazione Italiana Editori (AIE), torna, dopo otto anni, a far luce sul ruolo, sul funzionamento e sui bisogni delle biblioteche scolastiche Italiane, con un’indagine presentata a Più libri più liberi, la fiera nazionale della piccola e media editoria in programma fino all’8 dicembre a La Nuvola di Roma.

Cos’è “Ioleggoperchè”?

Si tratta di una grande iniziativa lanciata dall’AIE – in collaborazione con il Ministero dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca (MIUR), il Centro per il Libro e la Lettura (CEPELL) e l’Associazione Italiana Biblioteche (AIB) – che si propone, attraverso la collaborazione di diverse figure del mondo dell’educazione come insegnanti, librai, studenti ed editori, e di un pubblico sempre più vasto, di donare libri alle scuole e di rilanciare, così, le biblioteche scolastiche come luoghi centrali nella vita degli studenti.

Come funziona?

Nelle librerie aderenti si possono acquistare, durante un determinato periodo di tempo, i libri dei quattro ordinamenti per poi donarli.

Al termine della raccolta gli Editori saranno tenuti a contribuire con un numero di libri pari alla donazione nazionale complessiva.

I libri vengono poi consegnati le biblioteche scolastiche e divisi secondo disponibilità tra tutte le iscritte che ne abbiano precedentemente fatto richiesta.

L’indagine

L’indagine analizza le risposte delle 7.762 scuole che hanno partecipato alla ricerca.

Un primo dato importante sono i 410 euro investiti in media ogni anno per una biblioteca scolastica: davvero pochi se si considera che tale cifra corrisponderebbe a 0,2 libri per ogni nuovo studente.

Anche la spesa annua per il funzionamento complessivo delle biblioteche scolastiche non è elevata: ammonterebbe a circa 1152 euro.

Il dato positivo emerso è che oggi più di 8 scuole su 10 hanno una biblioteca scolastica. Il problema sta nel cercare di capire cosa succede laddove sia impossibile trovare uno spazio simile.

Nel 43,6% dei casi le scuole sostengono si tratti di una mancanza di spazi, mentre nel 29,6% di una mancanza di risorse economiche. L’investimento in questo tipo di infrastrutture sembra essere l’unica strada percorribile al fine di rilanciare tali spazi.

Bisogna, inoltre, considerare che il profilo del referente bibliotecario è per più della metà dei casi volontaristico: insegnanti fuori dall’orario, genitori, persino studenti (solo nel 1,3% dei casi è un bibliotecario professionista ad occuparsene).

Un altro dato, inoltre, colpisce: il 70% dei libri presenti in tali biblioteche vi è approdato attraverso donazioni – da soggetti esterni (come #ioleggoperché) nel 47,1% e dalle famiglie nel 20,8%. In altre parole, i tre quarti dei libri che entrano nelle biblioteche scolastiche oggi sono regali.

Chi va in biblioteca?

Il 26% dei ragazzi fino ai 14 anni, secondo i dati dell’Osservatorio lettura e consumi culturali di AIE, frequenta almeno una volta al mese una biblioteca scolastica.

Un buon numero certo, ma non ancora sufficiente per rilanciare la biblioteca come reale luogo di aggregazione giovanile.

Come ha sottolineato il presidente di AIE, Ricardo Franco Levi, “Si diventa lettori a partire dalla scuola. Le biblioteche scolastiche sono il pilastro centrale su cui costruire l’abitudine alla lettura. Ma dobbiamo anche rilanciare la biblioteca come luogo di incontro e confronto. Dove si possono prendere volumi e poi rimanere per studiare, per parlare con un professore, per stare con i compagni dopo le lezioni. La biblioteca può davvero essere il centro di una scuola intesa come centro civico, dove si resta anche dopo l’orario di lezione per partecipare a iniziative, dibattiti, per fare i compiti. La biblioteca è un luogo vivo, dobbiamo valorizzarla.”

Il progetto “Ioleggoperché” – che ha contribuito nel 44,7% dei casi a potenziare biblioteche esistenti e a far nascere 131 nuove biblioteche- è “la risposta di AIE a questa consapevolezza.

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