Guia Soncini Passaggi Festival 2021

Nella suggestiva chiesa di San Francesco, accompagnata dalla giornalista Flavia Fratello, si è tenuto l’incontro con Guia Soncini che con la sua tagliente personalità scandaglia una serie di comportamenti insiti nella sensibilità umana,  che ultimamente  prevedono un’eccessiva suscettibilità verso chiunque, e di come questi vengano strumentalizzati a proprio vantaggio.

L’era della suscettibilità

La tesi della scrittrice trova la massima affermazione nel titolo del suo libro: ”L’era della suscettibilità”. Questo titolo suggerisce come un eccessivo risentimento dilaghi negli animi di ognuno di noi, ogni cosa ultimamente sembra quasi sempre offendere e ferire. Guia Soncini apostrofa questo fenomeno come un’ autocensura applicata costantemente da chiunque. Persino noi in questa realtà così infima possiamo identificarci sia nell’offeso sia in colui che offende. Ma da dove nasce ? E’ sempre sincera, o spesso la posizione di vittima non è altro che una meschina tattica per trarre vantaggio da determinate situazioni? Nel corso dell’evento, questi quesiti sono stati gradualmente risolti. L’incontro si apre con un esempio pratico in grado di esplicare come spesso la posizione della vittima sia quella vincente: la recente vicenda che vede coinvolta “l’Estetista Cinica”, che come spiegato da entrambe le donne, ha indossato una vera e propria maschera di irritazione in seguito ad un’affermazione riportata da un giornalista. L’offesa e lo scandalo derivato ha permesso al suo nome di circolare maggiormente, ripresentando  il fenomeno della “fragilità monetizzata”.

I social: “economia dei cuoricini”

Innanzitutto è bene chiarire che questo fenomeno coincide e sboccia su un terreno reso fertile dai social network, definiti da Alessandro Baricco “economia di cuoricini.”.
La Soncini esordisce con l’ironica affermazione: ”Il vero problema dei social è chi ci dice genio”.
Cosa intende dire?  Il concetto-dilemma riportato è semplice: i likes gratificano, ci illudono che quel semplice e simbolico apprezzamento sia effettivamente reale.  L’uomo ha bisogno di consensi, vive e si nutre di essi, non ha le spalle abbastanza forti per sostenere quel macigno soffocante di dissensi che scaturirebbe qualora la propria opinione fosse in opposizione all’immaginario comune. Guia Soncini tenta di esplicare questa “limitazione” umana riportando l’esempio di Spike Lee che in seguito alla difesa nei confronti di Woody Allen (la cui moralità è discutibile) fu inondato da talmente tante critiche e minacce che si vide costretto a scusarsi esattamente dodici ore dopo.

Quanto conviene essere vittima?

Tramite il dibattito incalzante con Flavia Fratello, Guia Soncini continua e perfeziona la sua tesi. Come analizzato precedentemente, la posizione della vittima sembra essere quella vincente: tutti vogliono diventare oppressori ma fanno gli oppressi. Riguardo questo concetto focale, la scrittrice individua l’origine e l’epifania di questo fenomeno che sarebbe da attribuire a Lady Diana che, durante un’intervista, con l’aria sofferente avrebbe affermato che il suo matrimonio fosse “affollato”. In questo snodo fondamentale riportato anche nel suo libro, è in opposizione la giornalista di la7 che sembra trovare una certa debolezza all’interno di questa tesi. Tuttavia, il concetto rimane invariato: si può parlare di una vera e propria tecnica per arrivare ad auto-affermarsi.

America e Italia

il fenomeno ha dunque origine anglosassone, e la Soncini sembra suggerircelo proprio nel prologo del “L’era della Suscettibilità” , composto esclusivamente da un glossario con termini prettamente inglesi che si prepongono ad etichettare ogni cosa, come “cisgender” (ossia “qualcuno a proprio agio con il proprio genere biologico”) che secondo la sua opinione non avrebbe bisogno di essere intrappolato in una definizione simile. Tutto ciò proviene dall’America, e sembra essersi diffuso prevalentemente all’interno dei campus americani: questi, infatti, possiedono come primo requisito quello di “non mettere a disagio lo studente”, favorendo la diffusione di queste etichette. Tale visione non è condivisa dalla Soncini che ritiene fermamente che attraverso quell’ingombrante sensazione di disagio si cresca e si modelli la nostra attitudine. E qui sorge dunque una domanda, posta subito da Flavia Fratello: arriveremo mai ai livelli estremi americani, in cui ogni minima cosa è capace di scatenare un uragano in grado di travolgere la vita, il lavoro, e la dignità? “Ci salverà il senso del ridicolo”, afferma Guia Soncini. Finchè un 5% di intellettuali schernirà questa eccessiva modalità di approccio, quest’ultima verrà depotenziata.
La risata è l’arma migliore per contrastare questo fenomeno, ma non è l’unica cosa da fare.

Atarassia come antidoto

“Fingetevi morti” è lo slogan che traghetta l’evento alla conclusione. Se vi dicono qualcosa, non ribattete. Questa teoria è sostenuta dalla vicenda risalente al 2013 che vede coinvolta Justine Sacco, americana di origine africane, che prima di decollare per il suo paese natale decise di scrivere un  tweet discutibile: ”Sto andando in Africa, spero di non prendere l’Aids. Scherzo. Sono bianca!”. In tempi velocissimi questa battuta ironica ha fatto il giro del mondo, sui social si è scatenato l’inferno. Le conseguenze sono gravi: perde il lavoro e la reputazione. Ma dopo poco tempo, uno dei principali “aguzzini” del web, colui che aveva contribuito attivamente nella genesi del destabilizzante fenomeno mediatico che vede coinvolta Justin, diventa anch’esso vittima. Chiedendo paradossalmente aiuto alla donna che aveva distrutto, egli sancisce che fare finta di niente, fingersi morto mentre il mondo attorno a te si sgretola, sia indubbiamente la scelta migliore.

 

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