[no_dropcaps type=”normal” color=”red” font_size=”” line_height=”” width=”” font_weight=”” font_style=”” text_align=”” border_color=”” background_color=”” margin=””]U[/no_dropcaps]guaglianza sociale. Questo è il tema attorno al quale si è articolata l’intervista a Romano Prodi in occasione della presentazione del suo ultimo libro “il piano inclinato”; un vero e proprio “programma di governo” che possiamo leggere come un coraggioso tentativo di delineare un nuovo ruolo per la Sinistra nel frastagliato paesaggio partitico odierno.

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Sul palco di Passaggi Festival 2017, Prodi ha sottolineato, a più riprese, le difficoltà dell’Italia in ambito lavorativo, riportando la celebre citazione “esiste l’individuo non la società” secondo cui la dignità umana è alla base di ogni società civile e va tutelata  tramite il lavoro e lo  Stato sociale, quali elementi costituitivi dell’Europa.  Oggigiorno lo sviluppo delle nuove tecnologie non va di pari passo con quello occupazionale, soprattutto in ambito giovanile. L’instabilità  economica e sociale, che fa da cornice alle nostre vite, obbliga a riportare l’istruzione al centro di un programma politico lungimirante in grado di immaginare e costruire un futuro oltre lo stato di cose presenti.

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Romano Prodi alla giornata inaugurale di Passaggi Festival 2017

Romano Prodi alla giornata inaugurale di Passaggi Festival 2017

È all’Europa, e al nuovo “patriottismo europeo” emerso dall’inaspettata vittoria alla Casa Bianca di Donald Trump, che il Presidente Prodi affida l’arduo compito di inventare le linee programmatiche per uscire dalla crisi economica e sociale che stiamo attraversando.  In questo quadro, una “felice” ventata europeista è rappresentata sicuramente dalle elezioni francesi che hanno sancito la vittoria di Emmanuel Macron.

In questa “Nuova Europa”, che a detta di molti sembrerebbe delinearsi all’indomani dell’ “evento francese”, quale ruolo potrebbe, o meglio dovrebbe, giocare l’Italia?

Per rispondere a questa “sfida”, dice il Professore, l’Italia deve porre rimedio alla sua “disgregazione politica e sociale” che alimenta l’odio dei populismi, impedendo l’emergere di un sentimento pro europeo.

Ripartire dall’Europa, allora, non sarà solamente uno slogan politico spendibile sul mercato elettorale, ma piuttosto la condizione necessaria per arginare le sfide del nostro presente. È in quest’ottica che l’Italia, continua Prodi, dovrà appoggiare le proposte più inclusive allineandosi con quelle francesi, per far fronte comune contro “l’incertezza destabilizzante alimentata dai populismi” intesi come “quei partiti che, privi di radici, non fanno altro che far leva sul malcontento e le paure diffuse, senza un progetto serio e credibile”.

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Nella parte conclusiva della presentazione, Prodi affronta le questioni del “calo demografico” e del fenomeno migratorio; ovvero “le grandi sfide alle quali l’Europa non può sottrarsi”. Per “assestare il piano inclinato” sarà dunque necessario “lavorare” per una stabilità politica attraverso azioni concrete capaci soprattutto di restituire una fiducia ai cittadini, ad oggi perduta.

 

 

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