L’ultimo incontro presso il chiostro di San Paterniano della XIII edizione di Passaggi Festival ha visto come protagonista l’arcivescovo di Assisi Domenico Sorrentino. La sera del 29 giugno l’autore ha presentato il suo libro Carlo Acutis. Sulle orme di Francesco e Chiara d’Assisi. Originali, non copie, edito da Francescane Italiane, nell’ambito della rassegna di fede e ricerca, accompagnato dal giornalista Eugenio Fatigante e dal vescovo di Fano Andrea Andreozzi.

 

La figura di Carlo Acutis

Carlo Acutis è nato a Londra da genitori italiani, ma ha vissuto a Milano, coltivando fin da piccolo una profonda pietà e un amore sincero per Gesù che lo hanno portato a frequentare con assiduità la chiesa e a dedicarsi con generosità all’aiuto dei più bisognosi. Era molto legato ad Assisi, terra di Francesco e Chiara, tanto da desiderare di essere sepolto proprio lì.
A soli 15 anniè stato colpito  da una leucemia fulminante, che ha sempre vissuto come un’offerta per il Papa e per la Chiesa. E’ vdnuto a mancare il 12 ottobre 2006 e le sue spoglie riposano oggi nel Santuario della Spogliazione ad Assisi, luogo che amava profondamente.

 

Una decisione molto impegnativa

Inizialmente Domenico Sorrentino era titubante all’idea di scrivere questo libro: temeva che sarebbe stata una strada molto impegnativa da intraprendere, forse troppo, ma contemporaneamente la considerava percorribile. Anzi, realizzò che questa strada doveva essere percorsa proprio da lui in quanto vescovo di Assisi.
Il suo compito in quanto pastore è infatti quello di indagare la provvidenza divina, nonché quello di esplorare le esperienze di santità, soprattutto quelle giovanili paragonabili, secondo lui, a San Francesco d’Assisi.

 

La spogliazione

I resti mortali di Carlo Acutis sono custoditi nel Santuario della Spogliazione di Assisi, chiesa che evoca il gesto celebre di San Francesco: lui che si denuda e si libera di tutti i suoi averi.
Sui lati del santuario appaiono le figure di Francesco e di Carlo Acutis, entrambi che adottano la spiritualità della spogliazione e che con la punta delle dita indicano il crocifisso, Gesù Cristo spoglio.

 

Trovarsi sulle orme di San Francesco

Il motivo per cui Carlo Acutis è spesso paragonato a San Francesco nell’ambito della spogliazione è perché entrambi hanno interpretato, seppur in maniere molto diverse, lo stesso gesto compiuto da Gesù.
Francesco, decidendo di vivere in povertà ed eliminando dalla sua vita tutti i privilegi che aveva acquisito dalla nascita, Carlo Acutis, attraverso un videoclip da lui registrato.
In questo video, il giovane preannuncia la sua morte due mesi prima di venire a mancare: “Sono destinato a morire”, dice, sorridendo e aprendo le braccia alla telecamera, gesto decifrato da Sorrentino come un segno di accoglienza, un abbraccio ed un saluto.

 

Vivere nella santità

“Cosa vuol dire vivere la normalità e la santità al giorno d’oggi?”

A questa domanda, posta da Eugenio Fatigante, ha risposto  Andrea Andreozzi, affermando che la santità è da intendersi non come distanza tra un individuo e un altro, ma come una possibilità ottenibile attraverso una vita ordinaria. Centrali sono umiltà e tutti quei piccoli gesti quotidiani che costruiscono relazioni significative.
A questa riflessione Monsignor Sorrentino aggiunge un altro elemento: l’importanza delle parole, nella cui radice spesso ne è contenuto il primo significato e il valore. A questo proposito cita due termini spesso associati alla figura di Carlo Acutis: normalità e originalità.

 

Normalità e originalità

Il termine “normalità”, afferma l’arcivescovo di Assisi, deriva da “norma”, la nostra normalità rappresenta quello che dovremmo essere ed a cui dobbiamo mirare. Essere santi significa proprio questo: sviluppare fino in fondo la nostra umanità. È così che Carlo Acutis ha raggiuntola cosiddetta “normalità ideale”, quella che “sta nel cuore di Dio”.
L’originalità, a sua volta, non è solo essere in grado di distinguersi, di “rendersi speciali”. Derivando da “origine”, l’originalità corrisponde alla misura con la quale rispondiamo a ciò che abbiamo nel profondo, nella nostra interiorità, donatoci da Dio.
Carlo Acutis è definito “originale” perché ha saputo rispondere in modo straordinario al disegno divino che aveva dentro.

 

L’internet dell’eucaristia

Un capitolo che ha colpito particolarmente Eugenio Fatigante è Internet dell’eucaristia.
L’eucaristia, afferma il vescovo, non è solo una celebrazione, ma un progetto di vita, con la celebrazione al suo centro.
Carlo Acutis, giovane appassionato di informatica, ha saputo usare il web per evangelizzare, creando un sito interamente dedicato ai miracoli eucaristici.
Nel tentativo di comunicare con il popolo e trasmettere il senso profondo dell’eucaristia anche attraverso la tecnologia, i pastori richiamano spesso l’etimologia del termine: la radice greca ευ-χάρις (“buona grazia”, “ringraziamento”) rimanda al “rendere grazie” per il dono gratuito di Dio.
Saper cogliere la meraviglia del mondo insegna a ringraziare. Al contrario, dare per scontato l’oro che si ha tra le mani porta a un rapporto sterile con il creato.

“Laudato sii, o mi signore, per sorella internet!”

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