Seguendo l’eredità del giornale I Siciliani di Giuseppe Fava, dal 1° luglio i giovani ricercatori e giornalisti di Stampo Antimafioso studiano e ci raccontano online la mafia e il movimento nato in suo contrasto. Una particolare attenzione è riservata al fenomeno mafioso presente a Milano, in Lombardia e nelle zone settentrionali dell’Italia, luoghi in cui ancora oggi viene negata questa presenza.

Dall’università alla rete

Stampo Antimafioso nasce nel 2011 presso l’Università di Milano. Da progetto universitario, nell’ambito di un corso di giornalismo antimafioso, dopo nove anni assume una nuova veste multimediale. Nel sito web vengono pubblicate cronache, approfondimenti, racconti di quotidiana resistenza al malaffare e anche documentazioni specifiche come norme e relazioni delle Direzioni Antimafia e del Comitato Antimafia di Milano. Per raggiungere un maggior pubblico, la redazione si propone di sfruttare ogni risorsa della rete: da social network come Instagram, Facebook e Twitter a piattaforme sempre più utilizzate come Spotify e YouTube. Il legame con l’Università di Milano è fondamentale in Stampo Antimafioso: nel sito vengono pubblicate le migliori tesi di laurea in Scienze Politiche della criminalità organizzata e scritti degli studenti che oggi si trovano al loro posto nella Facoltà.

Redazione e collaborazioni: da Nando dalla Chiesa a Corrado Stajano

I redattori sono tutti laureati in Scienze Politiche e hanno frequentato il corso di Sociologia della criminalità tenuto da Nando dalla Chiesa, che offre la sua collaborazione anche in questa occasione. Tra i componenti della redazione ci sono anche il Professore e Federica Cabras, coautori del libro Rosso Mafia, presentato a Fano durante la VII edizione di Passaggi Festival.

Tra le importanti collaborazioni ci sono lo scrittore e giornalista Corrado Stajano, Tg1 Maria Grazia Mazzola del Tg1 e i presidenti della Commissione antimafia di Regione Lombardia e della Commissione consiliare antimafia del Comune di Milano, Monica Forte e David Gentili.

La mafia nel Nord Italia

Quando nasce Stampo Antimafioso, il Nord Italia sta affrontando, con incredulità e spesso rifiuto, la scoperta della presenza mafiosa nelle sue città. Risale, infatti, al 2010 l’operazione Crimine-Infinito che ha portato a più di 300 arresti tra Calabria e Lombardia. Questo problema viene comunque ignorato e minimizzato, tanto che il prefetto di Milano Gian Valerio Lombardi, afferma: “A Milano e in Lombardia la mafia non esiste. Sono presenti singole famiglie”.

Stampo Antimafioso cerca di contrastare questo disinteresse, questa minimizzazione e negazione del fenomeno mafioso nella zona settentrionale dell’Italia, concentrandosi, nella sensibilizzazione e informazione dei suoi lettori, soprattutto sull’infiltrazione e presenza dell‘ndrangheta nel Nord.

Nando dalla Chiesa presenta Stampo Antimafioso

A chi è rivolto il sito? Quali vi aspettate possano essere i vostri lettori?

Principalmente lettori interni al movimento antimafia, inteso in senso ampio come tutti coloro che seguono con interesse la lotta alla mafia e ciò che fanno università e associazioni. Ci teniamo a dare spazio a chi dà notizie ma non è un quotidiano, vogliamo creare un luogo in cui far nascere nuove idee e dibattiti. Le persone scelte e l’ancoraggio all’università forniscono un occhio attento e diverso agli aspetti positivi e negativi dell’antimafia.

Come saranno utilizzate piattaforme come YouTube e Spotify?

Ne vogliamo fare un uso ampio. L’idea non è mia, ma la direttrice Ester Castano è molto brava nell’uso di queste piattaforme e sa sfruttare abilmente le loro proprietà. È un punto di forza per Stampo Antimafioso che mira alla moltiplicazione continua delle connessioni. 

Come si è evoluto Stampo Antimafioso dal 2011? Com’era l’edizione interna all’università?

Stampo Antimafioso nasce dopo il primo laboratorio di giornalismo antimafioso. L’Idea mi è venuta dopo il secondo anno del corso di Sociologia di criminalità organizzata. Mi sono reso conto che molti studenti scrivevano in giornalini universitari, allora per concretizzare questa loro passione ho fondato il Laboratorio di giornalismo antimafioso, perché potessero conoscere e approfondire le norme specifiche che richiede il giornalismo antimafioso. Furono poi i ragazzi a fondare Stampo Antimafioso. Il nome, scelto da loro, si riferisce a “stampo” come sinonimo di giornale e richiama il reato di stampo mafioso.

Al tempo c’era un Largo apporto di studenti. Nell’edizione attuale, invece, ci sono soprattutto dottorandi e giovani giornalisti. Gli studenti dell’Università di Milano che hanno dato la loro disponibilità per collaborare con Stampo Antimafioso, sono un’aggiunta preziosa, ma è difficile portare avanti un progetto del genere esclusivamente con loro.

È possibile per giovani esterni alla facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Milano collaborare con
Stampo Antimafioso?

Certo. L’ancoraggio all’università è una garanzia scientifica, ma Stampo Antimafioso è aperto a tutti.

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