Mercoledì 21 giugno, durante la prima giornata di Passaggi Festival, Luciano Murgia, giornalista sportivo ormai in pensione, ha presentato il suo libro: “I cammini dei sogni. Due piedi raccontano le vie per Santiago.” (Edizioni dei Cammini), conversando con Emanuela Audisio (giornalista de La Repubblica) e Silvia Sinibaldi (giornalista del Corriere Adriatico). L’evento si è svolto nella splendida location del Bastione Sangallo, nell’ambito della rassegna “Passaggi di benessere-mente corpo anima”.

 

Il valore del camminare

Il camminare ha sempre avuto nel corso della storia un forte valore intellettuale, morale ed etico, in quanto indica uno spostare se stessi e di conseguenza un uscire fuori da sé. Da qualche anno ormai in Italia si parla molto di cammini, su tutto il territorio nazionale si stanno scoprendo e valorizzando numerosi percorsi storici e culturali che hanno le origini più diverse. Tra i motivi del successo di queste antiche vie c’è sicuramente il loro grande valore simbolico, tracciati che attraversano come arterie i territori, unendo montagne, boschi e borghi storici sulle orme di pellegrini e antenati che li hanno percorsi secoli fa. Il valore di un cammino, infatti, sta proprio nella storia che rappresenta, quella dei luoghi che attraversa e dei popoli che lo hanno creato per necessità di vita, commercio o religiose. Quando l’umanità si spostava principalmente a piedi i cammini erano le uniche arterie di comunicazione che esistevano, delle vere e proprie autostrade dell’antichità e i percorsi erano studiati per essere agevoli, sicuri e veloci.

 

Il cammino di Santiago

Il Cammino di Santiago è una rete di differenti itinerari che si snoda principalmente in territorio spagnolo e portoghese e che ha come destinazione finale la città spagnola di Santiago di Compostela, nella regione della Galizia. All’interno della cattedrale di Santiago sono conservate le spoglie di San Giacomo, uno degli apostoli di Gesù. Proprio per questo motivo è diventato nel corso dei secoli un punto di riferimento e luogo di culto per tutta la cristianità, oltre che uno dei pellegrinaggi più percorsi, insieme a quelli diretti a Roma e Gerusalemme.

 

L’esperienza di Luciano

Luciano Murgia ha affrontato il cammino per ben 5 volte, percorrendo in media 30Km al giorno. Piuttosto immediato è il paragone con il greco Ulisse e il suo viaggio di ritorno verso Itaca, la tanto agognata patria. Sono proprio i piedi, soprannominati “Benvenuti”, a raccontare il “fenomeno” Luciano. A spingerlo ad intraprendere questo viaggio, abbandonando le comodità quotidiane, non è stata la fede religiosa (a differenza di San Francesco, il quale doveva espiare una condizione di ricchezza che non voleva per avvicinarsi ai poveri), ma la fede nella cultura, accompagnata dalla gioia provata alla fine di ogni giornata e dalle tante persone incontrate.

“Ho imparato a capire che c’è qualcosa di più bello del superfluo che quotidianamente ci circonda. Soltanto privandoci della comodità, possiamo apprezzare l’eccesso che normalmente abbiamo.”

Il cammino di Santiago va fatto per il puro piacere di camminare, non si tratta di una gara, come nel caso del reality show “Pechino Express”. Inoltre, il giornalista ha ribadito più volte l’importanza della preparazione, tant’è che una parte piuttosto estesa del libro è dedicata a questa. Ingrediente fondamentale per la cura dei piedi è il burro di karitè ed essenziale è la scelta del tipo di scarpa.

 

Una dedica speciale

Il cammino di Santiago è stato intrapreso da Luciano Murgia in memoria della madre, donna dalla grande fede, a cui il giornalista era profondamente legato. Egli, una volta tonato a casa, ha deciso di omaggiarla, portando la conchiglia, simbolo del cammino, sulla sua tomba.

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