Christopher Tolkien

Lo scorso 16 gennaio su Twitter, la Tolkien Society, l’associazione letteraria no profit che ha l’obiettivo di divulgare le opere dell’autore J. R. R. Tolkien, ha annunciato la morte, alla veneranda età di 95 anni, di Christopher Tolkien, scrittore ed editore nonché figlio del già citato J. R. R. Tolkien, autore di opere quali Il Signore degli Anelli, Lo Hobbit e Il Silmarillion.

Terzogenito di quattro figli, Christopher Tolkien è nato il 21 novembre del 1924 a Leeds, in Inghilterra. Durante la Seconda Guerra Mondiale ha servito il proprio Paese come aviatore per la Royal Air Force, ma di certo non è questo il motivo per cui viene ricordato oggigiorno. 

Infatti, oltre ad essere figlio di uno degli autori che più ha segnato con le sue opere il panorama letterario fantasy del Novecento, Christopher Tolkien fu, al tempo delle stesure delle opere paterne, il primo lettore se non uno dei primi critici, dando così un contributo sostanziale nella stesura di quelle opere ben salde nel nostro immaginario collettivo.

Un bambino e un futuro pilota come critici letterari

Tolkien, non a caso, scrisse e pubblicò nel 1937 il romanzo Lo Hobbit come fiaba da raccontare ai figli: Christopher, allora tredicenne, fu il primo a leggere l’opera. 

Come lo stesso J. R. R. Tolkien affermò nel suo epistolario (pubblicato in Italia dalla casa editrice Bompiani sotto il titolo J. R. R. Tolkien, Lettere 1914/1973) durante la stesura dei suoi due principali romanzi si servì in maniera costante delle critiche sia da parte dei suoi figli sia da persone esterne alla sua famiglia: gli appassionati tolkeniani non possono infatti  dimenticare la magnifica ed efficace recensione che fece il piccolo Rayner, figlio dell’editore Stanley Unwin, del romanzo Lo Hobbit.

Con la successiva stesura de Il Signore degli Anelli, avvenuta a più riprese tra il 1937 e il 1949, Tolkien si servì principalmente, se non esclusivamente, di Christopher come critico di questa opera.

Quest’ultimo in quegli anni, precisamente nel 1944, si trovava in Sud Africa come pilota per conto della Royal Air Force. Nonostante i pericoli della guerra, Christopher riuscì a leggere e commentare i vari capitoli e le ricche documentazioni sul romanzo che il padre gli inviò man mano, aiutandolo fino alla pubblicazione avvenuta nel 1954.

Il miracolo ri-compositivo de Il Silmarillion 

Con la morte del padre, avvenuta nel 2 settembre del 1973, Christopher fu l’unico dei quattro figli di Tolkien ad ereditare il patrimonio letterario allora inedito del padre; inoltre seguì le orme del genitore esercitando la professione di insegnante di lingua inglese presso il New College di Oxford, carica da lui ricoperta dal 1964 al 1975.

La vera svolta nel panorama letterario fantasy arrivò nel 1977 con la pubblicazione de Il Silmarillion.

Dopo la morte del padre, infatti, Christopher iniziò un lungo lavoro di riorganizzazione di tutti gli scritti che includevano note e scartoffie manoscritte in foglietti spaiati: un lavoro enorme svolto assieme all’autore canadese Guy Gavriel Kay. Entrambi riuscirono a ricomporre e a infondere nuova linfa a ciò che era stato per il padre il lavoro di tutta una vita.

Concepito come corpus mitologico della Terra di Mezzo (l’universo inventato da Tolkien) Il Silmarillion vide la sua prima stesura tra i rimbombi dei mortai presso il fronte della Somme nel 1917, in piena Prima Guerra mondiale.

Ci troviamo di fronte, dunque, all’opera tolkeniana per eccellenza, che l’autore scrisse e revisionò fino all’ultimo istante della sua vita e che, forse anche per questo, fu pubblicata postuma.

Grazie al lavoro di Christopher, infatti, è stato possibile, per tutti i lettori delle opere paterne di contestualizzare i romanzi pubblicati in vita e soprattutto rendere quello che prima era una semplice lettura, un vero e proprio oggetto di studio, il quale viene tuttora approfondito nelle sedi universitarie.

La morte di Christopher Tolkien pertanto non è la scomparsa di un uomo che ebbe la fortuna di avere come padre un personaggio del calibro di Tolkien, bensì una personalità che seppe non render vani gli sforzi del padre.

Pubblicandone le opere inedite, Christopher Tolkien è riuscito a rivelare al grande pubblico ed alla stessa critica letteraria la grande opera e soprattutto il grande genio di quell’uomo che fu J. R. R. Tolkien.

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