“Raccontami il tuo paese” è stato un simpatico laboratorio didattico-creativo per bambini e ragazzi sopra gli otto anni. Si è tenuto giovedì 27 giugno presso bagni Carlo, in Sassonia. A curarlo è stata l’associazione umanitaria L’Africa Chiama Onlus, che opera a favore degli abitanti del continente africano, specie i bambini. Lo scopo era quello di educare all’accoglienza e all’integrazione.

La gioia di colorare il proprio paese

Dopo un momento iniziale dedicato alle presentazioni, il laboratorio ha avuto inizio. I partecipanti sono stati divisi in gruppi. A ogni gruppo è stato assegnato uno stato europeo ed è stato consegnato un elenco delle caratteristiche tipiche dei suoi abitanti. Queste dovevano essere rappresentate su un cartellone e incarnate dai bambini. Così, ad esempio, i francesi assumevano quel loro modo tipico di parlare. Ognuno era diventato cittadino di un paese. Sui volti dei bambini intenti a disegnare si leggeva un forte entusiasmo. Si impegnavano a rendere il proprio paese bello, colorato e gioioso.

L’insieme di due culture

Improvvisamente alcuni bambini sono stati allontanati dal proprio cartellone e inseriti in un altro stato. Si sono così ritrovati in un altro gruppo, ma hanno dovuto mantenere le caratteristiche tipiche del loro paese di provenienza. Nel nuovo ambiente risultavano diversi, avevano un altro modo di parlare, altre abitudini. Tuttavia sono stati ugualmente accolti, erano i benvenuti. I disegni sono stati ampliati con elementi caratteristici dell’altro paese. Le due culture si sono unite con facilità. Sono dunque nati nuovi stati con nuovi nomi, risultati di una mescolanza. Infine coloro che avevano abitato sempre nello stesso paese hanno presentato il proprio cartellone. Hanno mostrato i propri disegni, spiegando al pubblico quali culture si erano incrociate e qual era il risultato.

Un laboratorio ben riuscito

È sicuramente stato un laboratorio molto formativo. Tra i sorrisi e il divertimento è stato lanciato un messaggio ben chiaro. I bambini sono stati educati ad accettare il diverso e ad accoglierlo così com’è. Hanno avuto modo di comprendere come l’insieme di due culture risulta più ricco, più vivace e meno monotono.

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