letteratura balcanica

Letteratura balcanica. Una finestra sullo spettacolare ponte di Mostar, in Bosnia. Foto di AlemCoksa da Pixabay

 

Letteratura balcanica: è da qui che, nella scorsa edizione, Passaggi Festival è partito per ampliare la sua offerta culturale, inaugurando una rassegna dedicata alla narrativa. In particolare, si è deciso iniziare il viaggio a partire dai Balcani, dando vita così ai “Passaggi ad Est” (ospiti Bashkim Shehu, Andrej Nikolaidis, Zdravka Evtimova).

Poco prima tappa dell’epidemia, una delegazione di Passaggi è stata a Tirana, in occasione del primo convegno degli scrittori albanesi della diaspora, perché l’idea portante è quella di arricchire la rassegna con le voci che arrivano dall’altra sponda adriatica e dai Balcani.

Per comprendere lo stato attuale della letteratura balcanica, abbiamo conversato con Livio Muci insieme a Matteo Sabato e Alessandro Venier con Elisa Copetti, rappresentanti rispettivamente delle case editrici Besa Bottega Errante.

Letteratura balcanica. Gli autori: “Un caleidoscopio di voci imperdibili”

La letteratura balcanica, negli ultimi anni, si è fatta strada nel panorama italiano. Questo grazie alla dedizione di case editrici come Besa e Bottega Errante che, anche con l’aiuto di finanziamenti europei per il sostegno alla traduzione e con l’attenzione crescente da parte di festival e fiere dell’editoria, rendono possibile ai lettori italiani la scoperta di un caleidoscopio di voci interessanti.

Chi sono dunque gli autori protagonisti della scena attuale? Se all’appello non mancano grandi classici come le opere di Ivo Andrić e Meša SelimovićBesa riserva un posto d’onore agli scrittori emergenti nella propria rivista “Crocevia”, progetto legato ad un concorso in patria, dove appaiono i nomi più interessanti della letteratura albanese.

Trai vari autori, vale certamente la pena ricordare anche Kòstas Tachtsìs, scrittore greco di qualità, scomparso nel 1988, ma quasi del tutto sconosciuto in Italia e di cui è stata pubblicata l’opera Il resto.

E poi ancora Zuvdija Hodžić, una delle voci montenegrine da conoscere con La stella di David e L’anno di Gusigne, o l’albanese Virgjil Muçi, la cui vivacità culturale ha superato i confini della sua patria e lo ha portato ad essere presentato al Festivaletteratura di Mantova con il suo La piramide degli spiriti.

Segnaliamo, inoltre, la stessa Zdravka Evtimova, la cui straordinaria umanità e lo sguardo crudo e profondo sulla contraddittoria società bulgara l’ha resa un’autrice tradotta in tutto il mondo.

Letteratura balcanica, i temi da romanzi-mondo

Gli scrittori e le scrittrici (queste ultime in leggera prevalenza nelle nuove generazioni) che si dedicano anche alla drammaturgia e sceneggiatura, trattano temi vari e nuovi.

Se da un lato non manca l’attenzione alle storie di regime o a quelle legate all’esodo albanese, dall’altro assistiamo ad una grande apertura nei confronti del mondo. Il viaggio viene individuato come uno dei temi più attuali che, insieme alle descrizioni della terra natale ad opera di seconde generazioni di scrittori che vivono all’estero, crea identità ibride affascinanti che coinvolgono i lettori al punto di generare in loro un sentimento specifico definito da Bottega Errante come “mal dei Balcani”.

Besa descrive tali romanzi come “romanzi-mondo che permettono al lettore di respirare a pieni polmoni non solo usi e costumi di una nazione, ma l’intera visione delle vite e delle relazioni che ci regalano una prospettiva sul mondo diversa dalla nostra”, definendo così l’essenza del viaggio attraverso la lettura.

Gli ostacoli di una letteratura poco sostenibile

Quali dunque le difficoltà del settore? Le criticità maggiori, sembrano riscontrarsi nei fattori
economici.

Per Livio Muci di Besa, che definisce questa letteratura come “poco sostenibile”, la risposta del mercato italiano è ancora troppo debole ed aggiunge: “Ho un’esperienza specifica per aver fatto l’editore in Albania dal 1994 al 2004, anno in cui ho dovuto lasciare perché non riuscivo a gestire le due situazioni contemporaneamente, anni in cui ho vissuto più sulle navi che sulla terraferma. Ebbene non c’è proporzione tra quello che un editore può pubblicare e commercializzare in Albania rispetto all’esiguità italiana; naturalmente a patto che si consideri la proporzionalità tra ricchezza pro-capite e popolazione attiva”.

Bottega Errante, invece, riconduce le cause delle difficoltà economiche soprattutto ad una certa ricercatezza nella cura e nella componente estetica delle opere pubblicate e delle opere di traduzione. “In Italia si traduce poco ma con attenzione” dicono.

Un esempio di lettura viva

Uno speciale riconoscimento, va senza dubbio al valore che i Balcani attribuiscono alla letteratura.

Nonostante Bottega Errante ci ricordi che i prezzi dei libri sono più elevati per i lettori locali rispetto all’Italia, entrambe le case editrici sono concordi nel sottolineare una grande tendenza alla lettura. Si tratta di una lettura “viva”, anche più che in Italia. Qui i servizi di booksharing sono sfruttati al massimo e le biblioteche sono rifornite e numerose.

Besa poi aggiunge: “Bisogna considerare che questi paesi, anche nel pieno del terrore di regimi molto duri, hanno avuto una particolare tendenza alla lettura”. Commento che ci riporta alle drammatica vicenda della “Viječnica”, la grande biblioteca di Sarajevo simbolo di cultura e di incontro per tutti i cittadini tanto che, dopo la distruzione avvenuta nel 1992, furono i cittadini stessi a contribuire fortemente alla rinascita di questo cuore pulsante della cultura balcanica.


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Il resto di Kostas Tachtsìs

La stella di David di Zuvdija Hodžić

L’anno di Gusigne di Zuvdija Hodžić

La piramide degli spiriti di Virgjil Muçi

 

 

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