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Trentotto anni fa ci lasciava Pio La Torre. Sindacalista e deputato comunista è stato una delle maggiori personalità della lotta alla mafia. La mattina del 30 aprile 1982, mentre si stava recando presso la sede palermitana del partito, due moto di grossa cilindrata si affiancarono alla sua macchina e decine di colpi di pistola lo colpirono a morte. Insieme a lui perse la vita anche il compagno Rosario Di Salvo, alla guida dell’automobile.

Le ultime sentenze sul caso, emesse dalla Corte d’Assise d’Appello di Palermo nel 2007, individuano gli autori materiali dell’omicidio e identificano i mandanti in Salvatore Riina, Bernardo Provenzano, Pippo Calò, Bernardo Brusca e Antonino Geraci.

Pio La Torre è stato ucciso dalla mafia per essersi opposto ad essa.

La legge Rognoni-La Torre

Nel 1972, appena eletto in Parlamento, Pio La Torre entra nella Commissione parlamentare d’inchiesta sul fenomeno della mafia in Sicilia. Il suo impegno in questa Commissione è stato fondamentale: non solo ha messo in luce e chiarito i legami tra mafia e politica, ma ha portato alla creazione del primo reale strumento di lotta alla criminalità organizzata.

Pio La Torre ha redatto, insieme al collega Virginio Rognoni, la proposta di legge “Disposizioni contro la mafia” che richiedeva l’introduzione di un nuovo articolo nel codice penale, il 416 bis, riguardante il reato di associazione mafiosa. Fino ad ora l’appartenenza alla mafia non era passibile di condanna e lo Stato non aveva manifestato in modo convinto ed efficace la propria volontà di combattere questo fenomeno.

Una sconfitta per i mafiosi

La proposta di legge prevedeva per chi avesse commesso il reato di associazione a delinquere di stampo mafioso una pena dai tre ai sei anni di carcere, che poteva salire fino ai dieci nel caso di un gruppo armato. Inoltre, stabiliva la decadenza dagli incarichi civili, consentiva le indagini patrimoniali e la confisca obbligatoria dei beni riconducibili alle attività criminali degli arrestati.

Come afferma Antonio Nicaso ne La mafia spiegata ai ragazzi, questa fu “una grande sconfitta per i mafiosi che, tra i rischi, mettono sempre in conto il carcere, ma non sopportano l’idea di uno Stato che rovisti nelle loro tasche.”

La proposta di legge fu approvata solo nel 1982, dopo l’omicidio di Pio La Torre e di altri nemici della mafia come il generale Carlo Alberto Dalla Chiesa.

Quattro libri per conoscere Pio La Torre

Pio La Torre ha rappresentato, e rappresenta tuttora, i valori di giustizia, legalità e convivenza pacifica. Ha speso la sua vitta lottando per i diritti e per la pace, opponendosi alle ingiustizie e trovandosi sempre in prima linea contro chi cercasse di limitarli.

Il figlio Franco La Torre e i fratelli ci raccontano la vita del padre nella biografia Sulle ginocchia. Pio La Torre, una storia e in Ecco chi sei. Pio La Torre, nostro padre. Sono numerosi i libri scritti per ricordare e celebrare Pio La Torre e il suo fondamentale contributo alla lotta alla mafia, tra questi ricordiamo anche L’uomo che incastrò la mafia di Giuseppe Bascietto e Claudio Camarca e per i lettori più giovani consigliamo Pio La Torre. Una vita contro la mafia e i poteri forti, in cui Melania Federico presenta la figura del sindacalista palermitano a bambini e ragazzi.

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