Era il 16 ottobre del 1854 quando, a Dublino, nasceva Oscar Fingal O’Flahertie Wills Wilde, che sarebbe diventato celebre in tutto il mondo solo con il suo primo nome. Nei 46 anni della sua vita – morì nel 1900 a Parigi – fu uno dei più noti poeti e sceneggiatori teatrali al mondo.

Nascita ed istruzione

Oscar Wilde nacque al 21 di Westland Row, luogo che oggi è sede dell’Oscar Wilde Centre di Dublino, proprietà del Trinity College. Nato e cresciuto in un ambiente culturalmente e artisticamente elevato – nella dimora di famiglia busti e dipinti neoclassici, di chiara ispirazione greca e romana, spuntavano come funghi – Wilde si avvicina al nazionalismo irlandese e scrive le sue prime opere, con lo pseudonimo Speranza – utilizzando proprio il vocabolo italiano – per i filo-rivoluzionari Giovani Irlandesi (The Young Irelanders), un gruppo di indipendentisti dublinesi nato nel 1848.

Fino all’età di 9 anni, Oscar Wilde fu educato in casa. Dopodiché venne iscritto alla Portora Royal School, ove cominciò a far parlare di sé per la sua intelligenza e brillantezza. La sua abilità nella lettura rapida lo rendeva capace di leggere fino a due pagine contemporaneamente o quasi e terminare un libro lungo tre volumi in poco più di mezz’ora, immagazzinando abbastanza informazioni per dare una sintesi di massima della trama. A scuola era bravissimo, soprattutto nelle materie umanistiche, in particolare in greco e latino.

All’università studiò prima al Trinity College, ove primeggiò in ogni materia, e poi, dopo aver vinto una borsa di studio, al Magdalen College di Oxford, in Inghilterra. Fu durante questo periodo che si avvicinò all’estetismo e al decadentismo. Terminati gli studi, dopo alcuni anni alla ricerca di sé, Wilde si trasferì definitivamente a Londra.

La vita a Londra

Grazie al successo della Duchessa di Padova, Oscar Wilde riuscì a disporre di una cospicua somma di sterline. Forte di questi guadagni, cominciò a frequentare i salotti culturali parigini. Nel 1881, nella capitale britannica, conobbe Constance Lloyd, figlia di Horace, membro del Consiglio della Regina Vittoria. I due si sposarono nel 1884 presso la chiesa di Saint James. Dalla loro unione nasceranno due figli e una dimora dallo stile impeccabile ma quantomeno stravagante, dato l’amore di entrambi i coniugi per il lusso e l’opulenza. Nonostante Constance ricevesse annualmente una somma cospicua da parte dei familiari – parliamo di 250 sterline, che ai giorni d’oggi corrisponderebbero a circa 27mila £ annuali – e Oscar guadagnasse bene, i due finivano per trovarsi sovente in ristrettezza economica, a causa delle loro spese sfrenate.

Già a partire dal 1886, quando il suo matrimonio non aveva che due anni di vita, Oscar Wilde cominciò a sentirsi attratto dagli uomini. L’Inghilterra vittoriana ripudiava l’omosessualità, eppure Wilde parlava con libertà dell’amore tra persone dello stesso sesso. In fin dei conti era un grande amante della cultura greca e la sua stima per il giornalista e critico d’arte canadese, Robert Ross, era sotto gli occhi di chiunque frequentasse gli ambienti culturali londinesi di fine ‘800.

In seguito alla nascita della secondogenita Vyvyan Wilde, il fisico di Constance restò debilitato, provato e l’esteta in suo marito ne rimase profondamente turbato. Dalla nascita della figlia in poi, Oscar Wilde non sarebbe più stato sessualmente attratto da sua moglie. Secondo il critico e saggista Daniel Mendelsohn, profondo conoscitore dell’autore irlandese, “il matrimonio di Oscar Wilde iniziò a sfasciarsi dopo la seconda gravidanza, che lo portò a provare una repulsione fisica verso sua moglie”.

Oscar_Wilde_photo

Oscar Wilde nella sua foto più famosa.

Guai giudiziari

Le relazioni omosessuali di Oscar Wilde si susseguirono negli anni successivi alla nascita di Vyvyan. Uno dei suoi amanti, Lord Alfred Douglas, era figlio del marchese Queensberry, l’inventore del pugilato moderno. Il marchese non aveva alcuna intenzione di supportare – o sopportare se è per questo – una simile relazione. Tra il nobile e l’autore si aprì una veemente faida.

Sintetizzando la vicenda, tutto iniziò quando Queensberry accusò Wilde di sodomia e l’autore lo denunciò per diffamazione. In seguito a questo sviluppo, il marchese assunse dei detective privati, incaricandoli di pedinare lo scrittore e dimostrare che non aveva diffamato, in quanto si era limitato a constatare il vero. Gli investigatori aprirono il proverbiale Vaso di Pandora sulla vita di Oscar Wilde. Essi registrarono le sue frequentazioni di bordelli per omosessuali, i suoi incontri con prostitute di sesso maschile, uomini vestiti da donna e altri professionisti nel mercato del sesso a pagamento interno al sottobosco della Londra vittoriana. All’epoca si poteva finire in manette per simili passatempi ed è esattamente quel che avvenne.

Oscar Wilde in carcere

Il vincitore dello screzio fu innegabilmente Queensberry. Il marchese riuscì a provare che non aveva diffamato, in quanto aveva detto il vero. Dunque Wilde si vide costretto a pagare le spese processuali. In seguito a ciò, restò senza il becco di un quattrino, come si suol dire ma non mutò le sue abitudini. L’autore non fece neppure in tempo a prendere atto dell’esito del processo che venne raggiunto dalla notifica di accusa di sodomia ed indecenza. Oscar Wilde si rifiutò di lasciare Londra per rifugiarsi in Francia – come invece fecero i suoi amanti Douglas e Reginald Turner – e andò a processo di fronte ad una corte inglese. L’amore che non osa The Love that dare not speak its Name, per usare le celeberrime parole di Lord Alfred Douglas, tuttora utilizzate come metafora per l’amore omosessuale – costò a Oscar Wilde due anni di lavori forzati.

Scontò la sua pena prima alla prigione di Newgate e poi a Pentonville. Infine fu trasferito a Wandsworth. Durante i lavori forzati Wilde, tutt’altro che abituato a fare sforzi fisici e piuttosto cagionevole di salute, collassò a terra infortunandosi gravemente. Fu costretto a trascorrere due mesi in infermeria, anche a seguito della lacerazione del timpano destro. Tale infortunio fu una delle cause della sua morte.

Il declino e la morte

Lo scrittore fu liberato nel 1897, dalla prigione di Reading Gaol, dove trascorse l’ultima porzione della sua prigionia. La sera del 19 maggio, giorno della sua liberazione, salperà per Dieppe, in Francia. Non rientrerà mai più nel Regno Unito.

Nei suoi ultimi anni Wilde si farà chiamare Sebastian Melmoth – dai nomi di San Sebastiano e Melmoth l’errante, il protagonista di un racconto gotico scritto da suo zio Charles Maturin – e condurrà una vita segnata dall’esperienza in carcere, che aveva chiesto il suo obolo alla salute dell’autore, e dalla povertà in seguito alle esose spese processuali che fu costretto a pagare. In questo periodo continuò a scrivere ma non si segnalano opere particolarmente significative. Lo stesso Wilde scriverà al suo editore: “Sono in grado di scrivere ma ho perso la gioia nel farlo.”

Gli affetti Douglas e Ross lo accompagneranno durante i suoi ultimi anni, con il canadese che gli starà vicino fino alla fine. Nel novembre dell’anno 1900 i medici diagnosticarono all’autore irlandese una meningite cerebrale. Il 30 novembre morì presso l’Hotel d’Alsace, a Saint-Germain-des-Prés, ove si era trasferito per l’ultimo periodo della sua vita. Le cause della meningite non sono mai state chiarite: qualcuno incolpa la sifilide, qualcuno un intervento chirurgico mal riuscito, altri ancora – tra cui il medico curante – dicono che dipese dalla suppurazione del suo orecchio destro, quello che si infettò in carcere.

Il perdono postumo

Nel 1967 l’Inghilterra e il Galles hanno depenalizzato l’omosessualità.  Con il Policing and Crime Act del 2017, il Regno Unito ha ufficialmente perdonato circa 50.000 persona accusate nel passato di comportamenti indecenti a causa della propria sessualità. Tra questi figura anche il nome di Oscar Wilde. Si tratta di una magra consolazione, naturalmente.

Opere principali di Oscar Wilde

Non è facile fare una selezione delle opere di Oscar Wilde. L’irlandese fu infatti scrittore e sceneggiatore teatrale prolifico, oltre che mente finissima e creativo sopraffino. Per cui è chiaro che per trattare in maniera adeguata la sua opera occorrerebbe un trattato accademico e non basta certo lo spazio di un articolo su questo notiziario culturale. Cionondimeno, per completezza, è necessario riportare alcuni dei suoi titoli più importanti. Queste opere lo hanno reso uno degli scrittori più letti – e più rappresentati in teatro – nella storia della letteratura.

Tra i suoi racconti e romanzi è impossibile non citare Il fantasma di Canterville (1887); Il principe felice e altri racconti (1888); Il crimine di Lord Arthur Savile e altri racconti (1891); La casa dei melograni (1891) e, ovviamente, Il ritratto di Dorian Gray (uscito sotto forma di unico volume nel 1891).

Le raccolte di poesie più celebri sono Poesie (1881); La Sfinge (1894) e La ballata di Reading Gaol (1898). Il suo epistolario De Profundis (scritto nel 1897) è stato pubblicato in più fasi, durante la prima metà del ‘900.

Per quanto riguarda il teatro, Oscar Wilde ci ha lasciato alcuni libretti tra i più rappresentati nelle rassegne di tutto il mondo: Il ventaglio di Lady Windermere (1892); Una donna senza importanza (1893); Un marito ideale (rappresentata nel 1895 ma pubblicata soltanto nel 1898) e, naturalmente, la celebre L’importanza di chiamarsi Ernesto (anch’essa andata in scena nel 1895 ma pubblicata non prima del 1898).

Oscar_Wilde_dublin_statue

La statua della Oscar Wilde Memorial Sculpture in Merrion Square a Dublino

Oscar Wilde: consigli di lettura

Molto del pensiero di Oscar Wilde si può comprendere semplicemente ricercando i numerosi aforismi che ci ha lasciato. Gran parte di essi provengono dalle sue opere; i cui principali titoli sono stati riportati nel paragrafo precedente. C’è anche una vasta letteratura che parla di Oscar Wilde, senza essere stata composta dall’autore irlandese.

Chiunque voglia approfondire la vita e l’opera di Wilde farebbe bene a consultare i seguenti libri:

  • Oscar. Vita di Oscar Wilde di Matthew Sturgis (UTET, 2018)
  • Processo a Oscar Wilde. La legge e l’amore di Fabio Canino, Vincenzo Piscitelli, Michael Harakis e Antonio Salvati (Le Lucerne, 2020)
  • L’amore che non osa. Poesie per Oscar Wilde di Alfred Douglas, curato da SIlvio Raffo (Elliot, 2018)

Chiaramente, ad un autore dell’importanza di Wilde sono stati dedicati numerosi altri volumi. Quelli elencati qui, però, sono probabilmente i migliori per cominciare ad approfondirlo in quanto sono i più recenti ed esaustivi (il primo); o particolarmente significativi per capire l’emotività che stava dietro al lavoro dello scrittore (secondo e terzo).

 

 

 

CONDIVIDI!