urlare alla morte

Urlare alla morte con la testa nel cuscino
di Samuele Canestrari, Tricromia

Il nuovo progetto editoriale di Tricromia ArtGallery è un taccuino che segue l’idea del diario visivo con cui ha preso vita il progetto.
Un quaderno intimo in cui non sono ammessi strappi di pagine, ma solo “errori” che aprono la strada a nuove soluzioni visive.
Un taccuino prezioso da utilizzare anche come diario di appunti: ciascuna pagina è un micro-universo unico e irripetibile, in cui ogni segno e ogni visione prende vita secondo l’insieme di tecniche, conoscenze, background dell’autore.
Un mormorio notturno senza tregua che prosegue il suo cammino fino all’alba. Si tratta di un corpus di 27 disegni, con l’aggiunta di 27 monotipi nati casualmente dall’inserimento di un foglio tra un disegno e l’altro, che creano dei fantasmi dei gesti.
Ogni pagina è un nuovo mondo da esplorare, una moltitudine di pensieri che scorrono a ruota libera e che invitano l’immaginazione a lasciarsi guidare dalla curiosità senza paura di trovarsi davanti a un foglio bianco.

“Mi sveglio la notte.
Non dormo.
Mi spaventa la normalità della morte tanto quanto mi
spaventa pensare di morire.
Più che farmi paura, mi fa incazzare.”

Sembra di tornare piccoli, quando vestirsi era un’impresa e il desiderio di imporre la propria volontà, di dimostrarsi grandi, si scontrava contro
un impaccio insormontabile, contro calzini o magliette che sembravano vivi tanto erano incontrollabili. Anche in quel caso lo sforzo di imporsi come soggetto, di controllare il reale, franava inesorabilmente. Ma qui non si è più alle prime armi, non ci sono mamma e papà che aiutano, non c’è alcuna alleanza che può alleviare la solitudine e il senso di sconfitta. Alla fine non c’è scampo: la danza, o lotta che sia, si ferma, si chiudono gli occhi, ci si accuccia, e si torna a casa. – Emilio Varrà

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